Lorenzo Respi

Emanuela Fiorelli L'orizzonte degli eventi


Quando si tratta di scultura, si ragiona di spazio Quando si definisce lo spazio, si ricorre alla teoria della relatività Questa equivalenza concettuale — e al tempo stesso linguistica — prima dimostra un dato sperimentale e poi definisce un fenomeno Questo avviene soltanto nel momento in cui le leggi della matematica diventano il comune denominatore, la regola imprescindibile, per dare allo spazio le forme della scultura. Accade cosi che attraverso la matematica la scultura rivela le sue due componenti costitutive principali: quella fisica, nella struttura statica e nel rapporto volumetrico; quella intellettuale, nella elaborazione del contenuto e nella trasmissione del messaggio. Si entra inevitabilmente nel campo d'azione dell'estetica della geometria, in quel. territorio esclusivo della creatività dentro il quale l'idea e la forma sono ancora concetti embrionali, indistinti e combinati l’uno nell'altra. nell'atto creativo l'artista riconosce e seleziona le idee, scinde e ricompone le forme, per creare l’opera d'arte . La scultura, nel caso di Emanuela Fiorelli — attraverso La quale esprimere il proprio originale punto di vista sulla realtà Per analogia, anche la teoria della relatività prevede aree remote dell'universo in cui un simile e apparente disordine primordiale esiste fisicamente






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Qui la materia è antimateria, la luce è buio, la gravità è antigravità sono i buchi neri, regioni dello spazio-tempo con un campo gravitazionale cosi forte e intenso che nulla dall'interno può sfuggire verso l'esterno, neanche La radiazione luminosa, ovvero la forma di energia più veloce in natura In ogni buco nero c'è un punto di non ritorno — dove la forza gravitazionale supera la velocità della luce — chiamato orizzonte degli eventi. Secondo La definizione data dal famoso matematico Roger Penrose, l'orizzonte degli eventi è una particolare superficie dello spazio-tempo che separa le aree da cui possono sfuggire i segnali da quelle da cui nessun segnale può sfuggire Se un evento si verifica dentro i suoi confini, le informazioni di tale evento non possono raggiungere un osservatore esterno, rendendo impossibile determinare se si sia effettivamente verificato. Emanuela Fiorelli scopre l'esistenza di questo fenomeno gravitazionale e viene subito attratta dall'orizzonte per il suo fascino equivoco ed enigmatico, in sospeso tra le scoperte dell'astrofisica e il potere dell’'immaginazione. Il. confine immaginano dell'orizzonte, che si sposta sempre oltre, nasconde inevitabilmente L'ignoto e quindi concentra in sé un'immensa energia creativa, quella forza centrifuga e centripeta caratteristica fisica del buco nero — che in questa fase del suo percorso artistico la Fiorelli sente il bisogno di riordinare e intessere in forme scultoree inedite, vorticose e dai toni cupi Nelle opere realizzate per la mostra da Anna Marra Contemporanea il. linguaggio della Fiorelli è cambiato. L'estremo rigore formale che da sempre contraddistingue le sue sculture è entrato in crisi. Il filo di cotone si allenta e si flette su se stesso fino a perdere la tensione strutturale e la facoltà ordinatrice le geometrie ortogonali collassano e si contorcono, i piani paralleli vacillano e interferiscono, le ampie campiture nere avanzano sulle superfici annullando La corretta percezione della profondità e cancellando l'architettura del segno La scultrice segue con destrezza l'inconsueto impulso creativo, costruisce trame complesse e vorticose, consapevole di arrivare a un punto di non ritorno— L’orizzonte degli eventi, appunto — oltre il quale ordine e disordine si fonderanno insieme nell'unità dell'opera E sarà per lei un nuovo inizio, un ulteriore passo avanti nel suo modo di intendere la scultura GLI esiti attuali della ricerca mostrano una Fiorelli più introspettiva, quasi malinconica, inquieta ma fiduciosa nel futuro del suo lavoro Trasmette emotività al plexiglass, infonde espressività alla trama dei fili, elude la prospettiva alla vista L'ordine del calcolo geometrico si piega all'impulsività dell’animo umano, che manifesta se stesso in andamenti vorticosi, cancellazioni di colore nero e disambiguità percettive La mano di Emanuela si Lascia guidare dal suo stato d'animo, segue l’indole e si libera dall'eccesso di ordine, intesse trame veloci più spontanee e irruente La trasgressività del non-canonico rinvigorisce quella perfezione cristallizzata, spesso fredda e distaccata, di molti Lavori precedenti Sembra quasi che la Fiorelli stia riprendendo in mano il filo della sua vita Le sculture recenti superano la trasposizione di uno schema mentale preordinato, che attraverso la distensione e l'ordito di un filo elastico o di cotone prende la forma di piani e volumi. B tracciato rigoroso del filo, lo studio degli angoli e l'accostamento di superfici in plexiglass e in tarlatana costruiscono un impianto prospettico severo e razionale, che oggi l'artista mette in discussione. Se conferma che non c'e spazio ne per un ripensamento né per l'errore di calcolo — perché l'ortogonalita é sia la componente strutturale sia l'essenza compositiva della scultura —, dimostra per contro che l'urgenza e l'esigenza di esternare il proprio stato d'animo possono turbare l'equilibrio del sistema preordinato. Il pensiero condiziona La genesi dell'opera, perché non é altro che la sua forma tangibile. Sono due in particolare gli elementi visibili che compromettono l'ortogonalita caratteristica del lavori della Fiorelli: il vortice e La cancellazione. Il vortice trae ispirazione dalle proprietà astrofisiche del buco nero, che grazie alla sua forza di attrazione gravitazionale curva lo spazio-tempo fino a concentrarlo in un unico punto (buco nero non rotante) o su un anello giacente sul piano di rotazione (buco nero rotante). Secondo le leggi della relatività generale, questa regione teorica é detta singolarità gravitazionale e puô essere paragonata al centro simmetrico da cui la Fiorelli inizia a tendere i fill seguendo un andamento centripeto. Nell'opera "Fuga con-centrica" (2014) la proiezione del filo elastico si mantiene regolare lungo il perimetro dell'opera, ma procedendo verso il centro ottico, il nucleo, si avvolge fino ad aggrovigliarsi in una massa intricata e indistinguibile. Sul piano di fondo la fotografia di un particolare architettonico cerca di ridare ordine all'andamento del filo, definendo La fuga prospettica e La direzione delle proiezioni verso la superficie del box in plexiglass. L'elastico descrive in profondità un impianto strutturale in evidente collasso, che perde la sua coerenza nella forma e nel volume e si condensa nel fulcro della rotazione, dove le linee disegnate si confondono con lo stiramento del filo nero. Paradossalmente, il vortice non solo annulla l'ordine dello spazio ortogonale, ma nello stesso tempo ne costruisce la sua alternativa estetica, ovvero quel disordine che be leggi della geometria possono ri-ordinare per mano dell'artista. IL possibile ritorno all'ordine 6 suggerito in "Espansione rossa per Anna" (2014): ancora una volta la fotografia di un interno, una veduta della galleria, ancora il filo rosso che sottolinea La fuga prospettica centrale. IL vortice si riorganizza in un cono di linee convergenti disposte su una sequenza di piani che confondono l'occhio accentuando la sensazione di sfondamento dello spazio percepito. L'utilizzo del filo rosso, rispetto a quello nero piO neutro, focalizza l'attenzione sul valore concettuale dell'intervento nnanuale della Fiorelli, che riacquista il senso di un'architettura costruita e di una scultura in scala ridotta nel box in plexiglass. La dimensione architettonica su scala ambientale della scultura si esprime pienamente nella grande installazione "L'orizzonte degli eventi" (2014), in cui la Fiorelli rappresenta in tre dimensioni la sua personale interpretazione dell'orizzonte degli eventi. Pensata e realizzata appositamente per la galleria Anna Marra Contemporanea, invade la sala d'ingresso e la zona di accesso all'ultima sala. Sfruttando i due ambienti attigui, la Fiorelli riorganizza il volume interno e trasforma to spazio nel supporto statico per la sua installazione. La scultrice ragiona da architetto, progetta a priori e poi ricerca le soluzioni tecniche pi0 idonee per garantire espressività all'intervento site specific. Sulle pareti, disposte perpendicolarmente, attacca tre grandi sagome adesive di forme geometriche diverse, ma equivalenti per area e perimetro, come prevedono le leggi della topologia. Ogni forma é collegata alle altre due da un insieme di fasci di cordone elastico, che si vincolano al muro portante e avvolgono la parete intermedia. Le forme topologiche nere e il sistema di elastici convergono nella stretta fessura tra le pareti angolari: lungo questa apertura si distribuisce it potere attrattore, la forza gravitazionale "virtuale", che richiama alla memoria l'orlo del buco nero, il punto di non ritorno segnato dall'orizzonte degli eventi. Il contrasto bianco-nero, la distorsione della prospettiva e l'orientamento delle proiezioni costruiscono un'inconsueta interpretazione dello spazio della sala d'ingresso. Lo sviluppo dell'installazione sul retro della parete divisoria unisce idealmente i due spazi assimilandoli in un'unica e diffusa scultura ambientale. Il visitatore pu6 fare esperienza diretta dell'opera nell'annbiente che condivide con essa. Con il suo intervento dichiaratamente strutturale la Fiorelli tradisce l'aspirazione della scultura contemporanea a diventare architettura in potenza. Una variante del vortice, di cui conserva it centro irradiante, si osserva nella coppia di opere in negativo/positivo "Speculare con punto interrogativo" (2011 e 2014). In esse i fill di cotone (bianco o nero) si distribuiscono lungo le diagonali in modo disordinato e quasi specchiato, lasciando al centro il vuoto simbolico occupato dal vortice. La tarlatana semitrasparente (bianca e nera) vela e rivela il complesso assetto del fill interni e mette in risalto solo i segmenti che emergono dal tessuto. L'architettura retrostante si intuisce, si ritrae, per lasciare spazio alla trama spezzata del cucito in superficie. L'impianto ortogonale viene nuovamente distorto, resiste solo un'indistinta simmetria longitudinale tra le direttrici compositive. Un ulteriore tentativo di ordinare le linee in una composizione geometrica di segmenti é evidente nella seconda installazione, realizzata nell'ultima sala della galleria. Progettata per la parete di fondo, l'installazione "De-forma" (2014) predilige la bidimensionalità e si diffonde in modo virale sull'intonaco. L'interferenza tra l'immagine stampata sutt'adesivo di tondo e it tracciato del. filo etastico tirato sul muro si risolve nello sviluppo aperto di una serie di solidi geometrici intersecati. L'ordine é solo apparente, perché, di fatto, e impossibile riconoscere, isolare e ricomporre le figure solide originarie. La scultura germina autonomamente lungo le rette che generano le proiezioni del solidi, occupa la parete e dialoga con lo spazio vuoto circostante. Anche la cancellazione, come il vortice, matura dalla riflessione su una proprietà fisica del buco nero — dichiarata nella sua stessa denominazione quella di sembrare nero, di inghiottire la Luce e con essa lo spettro del colori visibili. Se già l'uso della tarlatana preannuncia un offuscamento della visione d'insieme, la comparsa di macchie opache, di fasce scure e di geometrie invadenti sulle superfici delle opere completa il processo di assimilazione della cancellazione tra i recenti stilemi del linguaggio della Fiorelli. Dapprima il colore nero conquista il secondo piano, intaccando il fondo omogeneo da cui si dipartono i fili e gli aggetti. L'azione dell'artista e interamente riconoscibile, nulla viene celato. La campitura scura ha una notevole carica espressionista perché evoca un luogo buio, sconosciuto, da cui si liberano le fibre in tensione. Sullo sfondo di "Anticamera dellignoto" (2014)11 nero serigrafato e sfumato apre una breccia verticale da cui originano le estroflessioni elastiche che si diffondono nello spazio chiuso con un moto ondulatorio divergente. La sensazione di instabilità é accentuata dall'espediente ottico-cinetico (schema compositivo e piani trasparenti) e dalla moltiplicazione dei punti di visione (frontale e laterale). L'intervento coloristico non implica né negazione né azzeramento. Il concetto si ribalta quando it nero risale in primo piano. Nell'opera "Diaframma" (2014) un buco nero oscura il plexiglass e sfuma verso il suo confine. La macchia si intromette direttamente tra l'osservatore e to spazio dell'opera, cancellando una parte consistente della tramatura e nascondendo l'impianto di fondo. Vengono cosi a mancare le coordinate percettive minime e necessarie per giudicare l'opera da un punto di vista geometrico. L'indizio ha un significato profondo: l'inserimento della campitura nera ha un valore critico e aiuta a trasmettere it messaggio, orienta l'esegesi dell'opera e il suo corretto posizionamento all'interno del percorso creativo della scultrice. In questo caso l'intervento coloristic° implica negazione e azzeramento. Il passaggio concettuale sotteso all'inversione dei due piani si esprime in "Uscita nel nero" (2014). Un'ampia fascia nera orizzontale, serigrafata e sfumata, occupa la sezione mediana dell'opera verso cui confluisce un sistema ordinato di fill elastici che si inclinano scomparendo nel buffo del colore, oltre l'orizzonte. Al di là nessun evento, nessuna esperienza, nessuna interpretazione. Viceversa nell'opera gemella "Entrata nel nero" (2014) c'e spazio per provare ad andare oltre, per dimostrare che "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma" (Legge della conservazione della massa, postulato fondamentale di Antoine Lavoisier). Posizionata all'altezza dell'occhio e stretta tra due bande scure sovrapposte, si apre nel box una fascia volutamente trasparente che fascia intravvedere come si tendono gli elastici e si distribuiscono i piani, cosa c'e dentro, in fondo e dietro all'opera. C'e un ultimo passaggio concettuale da considerare. Si compie con la riduzione della cancellazione a forma geometrica pura, serigrafata sui due piani contrapposti (fronte e retro) dell'opera. Il quadrato di "Cancellazione" (2014) occulta solo in parte l'ordito, rimasto immune alla forza di attrazione e di distorsione esercitata dal vortice sui fili tesi. Anche nei lavori intelaiati con la tela e la tarlatana si manifesta la medesima volontà dell'artista di circoscrivere to spazio destinato all'opera, costringendolo dentro i limiti imposti dalle fasce nere impresse sulle superfici di contatto. "Os-cura-menti" (2013) 6 contraddistinta da coppie di fasce scure che passano dalla tela al telaio e poi sulla tarlatana. I fili di cotone neri intessono una composizione di rombi e quadrilateri che si stirano e si deformano in modo regolare lungo l'asse centrale. Il disegno applicato sul fondo detta l'andamento delle linee, segna la proiezione dei punti nodali e delle intersezioni e da ultimo contribuisce a creare l'effetto tridimensionale della profondità. La sovrapposizione di campiture nere — nette o sfumate — sancisce il confine materiale oltre il quale l'estensione della tramatura non puô andare. L'evento, l'opera d'arte nel nostro caso, per essere osservato deve svolgersi esclusivamente entro questi limiti concettuali e fisici. Oltre non sarebbe possibile averne esperienza, non esisterebbe: l'intensità della forza gravitazionale che il buco nero eserciterebbe sul sistema spazio-tempo ne determinerebbe la graduale curvatura fino all'inevitabile collasso. Nell'immaginario creativo della Fiorelli la scoperta di una forza simile mette in discussione la certezza del calcolo matematico e di conseguenza la solidità dell'impianto geometrico alla base del suo lavoro. Il suo personale orizzonte degli eventi interviene già in fase di ideazione di "In-certo" (2014) e si manifesta concretamente nell'opera realizzata, compromettendo in maniera irreversibile la solidità e la regolarità del reticolo di fill di cotone. Se la parte superiore dell'opera conserva il suo carattere architettonico stabile, man mano che la tessitura si svolge verso il basso i segmenti di retta si deformano progressivamente in linee curve e morbide, perdendo la funzione strutturale nel ripiegarsi inerti su se stessi. Forse é il sintomo di una momentanea fragilità interiore o forse e soltanto l'esigenza di esplorare gli spazi dell'irrazionalità. E ressere umano — l'artista — che ricerca il proprio limite, il proprio orizzonte degli eventi, in un mondo in cui le energie negative influiscono sulfa vita quotidiana. Quello che 6 certo é che Emanuela Fiorelli vuole reagire alle perturbazioni mosse dal suo orizzonte degli eventi, indagando gli assetti compositivi in grado di determinare e assimilare gli attuali impulsi creativi — vortice e cancellazione — in forme geometriche compatibili con il suo linguaggio scultoreo, presente e futuro. Gli esiti del percorso umano e professionale di Emanuela influenzeranno it suo stile e le sue creazioni, nelle quali rimarrà comunque sottotraccia l'eco profondo del suo personale orizzonte degli eventi.
Lorenzo Respi testo pubblicato in occasione della mostra personale “L’orizzonte degli eventi”, Galleria Anna Marra, Roma, 2014
alcune opere esposte