Opere Emanuela Fiorelli

Disegnare lo spazio

Premesso lo scollamento insanabile tra visibile ed enunciabile, scriverò delle forze che sottendono il mio lavoro: la TENSIONE e la VIBRAZIONE. Gli appunti che seguono sono in parte tratti da scritti di Deleuze, Ponge e Spinoza, dai quali poi ho tratto queste considerazioni . TENSIONE: opposizione di forze invisibili, se non ci fosse un’azione e un’ opposizione non ci sarebbe la tensione. La tensione è data dal materiale che è elastico e che quindi, per sua natura, si oppone all’espansione e alla dilatazione per tornare all’origine e in stato di quiete. Questa forza invisibile e irrequieta crea pensiero in movimento, pensiero creativo. Spinoza scrive che l’uomo è simultaneamente pensiero ed estensione. Il pensiero di Deleuze e Bergson è che all’origine di tutto ci sia uno slancio creativo e che il tempo è il filo che ricuce i momenti dell’espansione. Quindi movimento temporale e spaziale. Ma se è uno slancio creativo è probabilmente difforme e irregolare…ma, come scrive Deleuze, l’uomo tende sempre a ricondurre il caos all’ordine, a ritagliarsi un’isola di ordine nel mare del caos. Se ripeto il caos non è più caos e se dico che il caos non ha regole, anche questa è una regola. Ecco la necessità della Ripetizione e della Simmetria speculare. Francis Ponge scrive che la simmetria può essere l’effetto delle VIBRAZIONI….fate vibrare una corda e ve ne renderete conto. Così 2 occhi, 2 braccia, 2 polmoni, 2 reni ecc…Ma quando le vibrazioni diminuiscono tendono all’Uno. Questo può spiegare la specularità in alcune mie opere. Lo può spiegare anche il fatto che abbiamo 2 occhi e quindi una visione binoculare che però si sovrappone in una immagine che ci fa percepire la profondità. Per produrre specularità una forma bidimensionale deve uscire dal piano e fare un ribaltamento. Quindi uscire dalla propria dimensione , fare una rotazione nello spazio e ritornare nella propria dimensione; come un pesce che fa un salto per uscire dal proprio ambiente per poi ritornarci. Uscendo dall’acqua avrà sperimentato per un attimo come si sta nell’aria… La vibrazione deriva dal movimento di una materia elastica che può essere una corda. Una corda vibrando può creare bellezza e armonia…la sentiamo nella musica ad esempio. L’armonia per me ha a che fare con la natura. Nell’Antica Grecia l’architettura non doveva occupare lo spazio, ma esserne parte. Questo spiega perché i templi non avessero mura ma colonne che facevano entrare la luce in modo graduale per creare sfumature e penombre. Questo faceva sì che la natura si compenetrasse nell’architettura e viceversa. Le mie opere interagiscono con il contesto, specie i box in plexiglass trasparente e le installazioni ambientali. Quest’ultime si conformano e non si impongono nello spazio mettendo in relazione superfici diverse.
Emanuela Fiorelli

Emanuela Fiorelli è l’artista delle tensioni, i cui orditi sondano e scandiscono gli spazi, creando volumetrie che seguono ritmi e geometrie in cui il rigore non nega mai l’afflato poetico, al contrario: lo enfatizza, conferendo ulteriore profondità alle opere. I fili e le ombre che si intersecano nella ricerca di Fiorelli ci permettono di vedere come una forma mentis possa essere convertita in un volume tridimensionale, un “disegno” nello spazio che è anche un tentativo di disegnare lo spazio stesso.
Alberto Zanchetta